“Abbiamo cambiato passo e questo fa ben sperare per la “tenuta” dell’Italia nei prossimi mesi”, lo afferma il presidente dell’Aifa Giorgio Palù. “Siamo passati in poco tempo da 300mila a 500mila vaccinazioni al giorno, entro questo mese potrebbero diventare un milione. E allora si potrà tirare un sospiro di sollievo, salvo imprevisti”.
La priorità rimanere quella di proteggere i più anziani. In un’intervista al Corriere della Sera, il virologo spiega: “Bisogna assolutamente proteggere la decade tra 60 e 70. Spostare a 42 giorni l’intervallo tra la prima e la seconda dose dei vaccini a Rna messaggero, Pfizer-Biontech e Moderna, che richiederebbero un richiamo a 3 e 4 settimane, ha la finalità di avere 3 milioni di dosi per gli over 60”.
Sulla somministrazione del vaccino AstraZeneca agli under 60, Palù sostiene: “Non c’è mai stato un divieto. L’agenzia europea Ema non ha posto restrizioni per età mentre Aifa ha solo dato un’indicazione per uso preferenziale agli over 60. Il suggerimento è stato interpretato come regola, ma non è così. Tanto è vero che Aifa suggerisce di fare la seconda dose con AZ a chi ha già fatto la prima con lo stesso vaccino, indipendentemente dall’età. Se ne discuterà di nuovo per meglio specificare questo punto ed evitare che per un irragionevole valutazione del rischio molti saltino gli appuntamenti e perdano opportunità di proteggere se stessi e gli altri”.
Infine, Palù spiega se chi riceve il siero anti-Covid19 può poi effettivamente contagiare gli altri: “Uno studio di ricercatori di Israele, dove la variante inglese ha circolato molto durante la campagna di vaccinazione, dimostra che i vaccini a mRna proteggono anche dalla trasmissione del virus. La capacità neutralizzante degli anticorpi indotti dai vaccini è invece diminuita nei confronti delle varianti brasiliana e sudafricana ma permane l’efficacia protettiva nei confronti della malattia”.