Dal 3 aprile scorso è possibile ricalcolare l’Isee 2025 per escludere i titoli di Stato (fino a un investimento massimo di 50mila euro). I Caf hanno già contattato i potenziali interessati, partendo da coloro che al 31 dicembre 2023 detenevano buoni del Tesoro, libretti e buoni fruttiferi postali oltre i 6mila euro (franchigia fino alla quale il patrimonio mobiliare non rileva). Operatori e famiglie, però, restano confusi sugli effetti che la riforma può avere sulle prestazioni sociali. (Sole 24 Ore)
A oggi gli Isee 2025 già attestati sono circa 7 milioni e si stima che 3 milioni possano essere ricalcolati con la nuova franchigia: è necessario presentare una nuova Dsu all’Inps e il secondo invio da parte del medesimo nucleo familiare è a pagamento (circa 25 euro tramite Caf); ma la convenienza e l’urgenza dell’eventuale aggiornamento dell’indicatore non sono uguali per tutti, vanno valutate caso per caso.ù
L’impatto dell’esclusione dei titoli di Stato non è scontato: per comprenderne gli effetti è necessario fare delle simulazioni e conoscere il meccanismo di funzionamento delle varie agevolazioni e tariffe «agganciate» all’Isee stesso, perché non tutte si comportano allo stesso modo.
In base agli esempi della rete Caaf Cgil forniti al Sole 24 Ore del Lunedì, i vantaggi per alcuni potrebbero essere limitati. Ipotizzando investimenti in titoli di Stato fino al valore massimo della franchigia (si vedano gli esempi nel grafico sotto), un single senza figli potrebbe ottenere un Isee più basso del 30,5%; una coppia di pensionati del 20%; una coppia con due figli dell’11,2 per cento. Il valore del “nuovo Isee” potrebbe, ad esempio per i single, tradursi nella possibilità di beneficiare del nuovo bonus gas e luce una tantum da 200 euro introdotto dal Governo per il 2025. Oppure, per la coppia, in importi maggiorati dell’assegno unico per i figli. Infine in una retta inferiore della Rsa, per i pensionati. Al pari di chi, però, ottiene le medesime prestazioni senza possedere quei 50mila euro di risparmi investiti.
«La misura rischia di produrre ulteriori disuguaglianze nel già fragile sistema di accesso al welfare», ha affermato Cristiano Zagatti, coordinatore dell’area Stato sociale e diritti della Cgil. «La franchigia – aggiunge – rischia di premiare chi ha più disponibilità economiche e penalizzare chi non ha risparmi né strumenti finanziari, generando nuove ingiustizie e tensioni sociali». Con il paradosso che – stando alle simulazioni – a parità delle altre condizioni economiche i più avvantaggiati sarebbero i single e le famiglie più piccole, in quanto il meccanismo di calcolo dell’Isee – che divide i valori per una scala di equivalenza tanto più alta quanto maggiore è il numero dei componenti – finisce per diluire il beneficio nei nuclei più numerosi.