Statua di Dioniso

Marmo bianco italico a grana fine
Alt. 148 cm
Seconda metà II d.C.
Opera soggetta a decreto di notifica

In quest’opera, nella Collezione della Fondazione Sorgente Group, presieduta da Valter Mainetti, il dio stante nella sua nudità, indossa una párdalis (pelle di felino) che simile a un mantello scende a coprire parte del corpo, mentre sui pettorali si poggia la protome e alti stivaletti ai piedi; sul capo dalla folta capigliatura a ciocche ondulate, è adagiato un ricco diadema vegetale, a foglie di edera, pampini e uva; infine un serto di piccole rose a cinque petali, dissimulando un taglio antico orizzontale, cinge il ventre, quale simbolo della rinascita primaverile della vegetazione, dell’armonia spirituale in associazione al culto sia di Afrodite che di Iside. La statua, probabilmente realizzata in un’officina romana nell’epoca dell’Imperatore Marco Aurelio (161-180 d.C.), doveva decorare il giardino o il peristilio di una ricca domus, nella quale, si voleva costruire un’atmosfera dionisiaca che evocasse la presenza del dio e dei suoi seguaci, come simbolo del pieno godimento dei piaceri della vita.

Nel luglio 2009 la scultura è stata sottoposta a un intervento di pulitura, in occasione della sua presentazione alla mostra “Il sorriso di Dioniso” (16 aprile – 18 luglio 2010) nella sede del Museo Nazionale Romano in Palazzo Altemps, promossa dalla Fondazione stessa.

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