Il commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni aveva già parlato qualche settimane fa di “procedure straordinarie” per poter riscuotere i fondi messi a disposizione da Bruxelles.
Ed è questa la strada verso cui si sta muovendo il premier che sta lavorando al testo del Recovery, insieme al ministro dell’Economia Franco. La bozza andrà al voto in Parlamento entro la fine del mese e l’obiettivo è di completare l’esame e modificarlo subito dopo, inviarlo nella seconda metà di aprile per avere poi il margine per eventuali modifiche richieste da Bruxelles.
Come racconta Repubblica, nel suo primo discorso al Senato Draghi ha dichiarato di non voler riscrivere ex novo la bozza di Piano lasciata in eredità da Giuseppe Conte, ma molte parti saranno inevitabilmente da rivedere e da dettagliare.
Una volta che il Recovery Plan sarà stato consegnato, si aprirà la fase due, quella dell’effettiva erogazione dei fondi e dell’esecuzione dei progetti. La Commissione Ue esige un cronoprogramma dettagliato e progetti esecutivi e riscontri effettivi sono il requisito indispensabile per far arrivare i soldi.
Un nodo da sciogliere per il nostro governo, considerando che i tempi della burocrazia e degli iter autorizzativi sono molto lunghi in Italia. Come ha ricordato più volte il presidente dell’Ance Gabriele Buia per terminare un’opera si impiegano fino a 15 anni.
Tra le procedure straordinarie menzionate da Gentiloni a cui potrebbe fare riscorso il governo c’è quello di un provvedimento di urgenza da prendere in concomitanza con l’invio del Recovery Plan che possa accelerare le prassi autorizzative e possa così permettere l’invio dell’anticipo dei fondi entro giugno, con anche una riforma della pubblica amministrazione. L’età media dei dipendenti pubblici italiani è 51, tra le più alte in Europa.
Tra le altre procedure straordinarie, ci sarà il Codice degli appalti per rivedere le modalità di assegnazione delle opere pubbliche garantendo tempi definiti e certi, e la riforma della giustizia. Palazzo Chigi ascolterà in questi giorni le richieste delle varie forze di maggioranza, ma, come ha già fatto sapere Draghi, la decisione finale spetterà a lui.