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Stellantis: si pensa al futuro di Cnh e per Tavares gli impianti italiani troppo costosi

L’assemblea di Stellantis ieri ha approvato con il 99,65% dei consensi la distribuzione delle azioni Faurecia, la società di componentistica controllata da Psa. Ai soci Stellantis verranno assegnate oltre 54 milioni di azioni (circa il 60%) e 308 milioni in contanti. Il prossimo passo sarà la distribuzione di un dividendo straordinario di 2,9 miliardi.

Intanto a Piazza Affari Stellantis ha fatto un balzo in avanti del 5,8% salendo a 14,4 euro ed Exor, la holding controllata dagli Agnelli del 5% salendo a 71,08 euro. Anche Cnh che, produce i camion di Iveco, ha guadagnato il 7,5% salendo a 13,16 euro.

Come racconta Libero, proprio il futuro di Cnh è un’incognita di Elkann: da una parte c’è la possibilità di cedere tutto a Faw, la più grande casa automobilistica cinese per aprire un posto sul mercato asiatico, dall’altra gran parte degli stabilimenti sono a Brescia e Mantova, zone di maggiore radicamento della Lega, e il ministro Giorgetti potrebbe bloccare la vendita.

Secondo i sindacati, il passaggio in mano cinesi comporterebbe la perdita di quattromila posti di lavoro. Ad esprimere le sue perplessità su Facebok è stato Fulvio Coltorti, storico capo dell’ufficio di Ricerche e Studi di Mediobanca, che ha spiegato che Elkann non si è preoccupato del paese con l’operazione Stellantis e che il ceo Tavares ha voluto “abolire un concorrente che opera sullo stesso mercato”.

Non a caso durante le sue visite agli stabilimenti italiani, il portoghese ha fatto notare gli eccessivi costi di produzione rispetto alle altre sedi. Intanto, fino al 2023 l’occupazione in Italia non subirà alcuna variazione, con la garanzia Sace sui 6 miliardi che Banca Intesa ha prestato a Fca.

Redazione

 

 

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