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Rinnovabili, flop delle aste in Italia. Cingolani lavora per ridurre i tempi burocratici

Alle aste per la nuova capacità per gli impianti eolici, in Italia c’è stato un vero e proprio flop. Se in Spagna c’è stata domanda per tre volte l’offerta, in Italia meno di un quarto della capacità in gara è stata prenotata dagli operatori. L’Italia sembra quindi distaccarsi sempre di più dagli altri paesi europei nella crescita delle rinnovabili e nel raggiungimento dell’obiettivo Ue del taglio delle emissioni Co2 del 55% entro il 2030.

Come racconta Repubblica, la notizia delle aste è finita direttamente sulla scrivania di Roberto Cingolani, fisico, ex capo Innovazione e Tecnologia di Leonardo, e attuale numero uno del Mite, ministero per la transizione ecologica.

L’obiettivo del ministro è di dimezzare i tempi tra la presentazione delle domande e l’avvio delle opere. È proprio questo per il ceo di Enel Green Power Salvatore Bernabei il nodo centrale: “La lentezza dei procedimenti autorizzativi è un evidente freno alla transizione energetica del Paese”, ha dichiarato.

Le aziende del settore, infatti, incorrono in lunghi processi burocratici, con il benestare del Mise prima e dell’Ambiente poi, dal quale devono ottenere la Via, la valutazione di impatto ambientale.

Il flop conferma che l’Italia è ancora indietro nelle rinnovabili che dovranno progressivamente andare a sostituire gli idrocarburi come fonte principale per la produzione di elettricità. Secondo il rapporto pubblicato dal think thank tedesco “Ember e Agora Energiewende, nel nostro paese l’elettricità ancora deriva in gran parte dagli idrocarburi con, l’anno scorso, il 57% dell’elettricità prodotta da fonti fossili e il 43% da fonti rinnovabili.

Redazione

 

 

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