“L’Italia è piena di burocrazia, il problema è ammesso da tutti, tutti fanno proposte ma è stato fatto poco o nulla”, lo afferma il presidente dell’Ance nazionale Gabriele Buia.
“Questa volta potrebbe essere diverso: ci sono a disposizione risorse inimmaginabili e si percepisce la volontà di chi governa di far parlare i fatti. Noi ci aspettiamo che in tempi brevi si concretizzi la volontà di abbattere quel tabù e siamo pronti a collaborare”, spiega in un’intervista a La Stampa.
Da mesi Buia si batte per alleggerire gli iter burocratici che creano un accumulo di bandi e opere bloccate: “Nella lista dei cantieri prioritari ci sono opere previste dalla legge Obiettivo del 2001. Con le norme e le procedure attuali si potranno spendere solo il 48% dei fondi del Recovery destinati alle infrastrutture perché in Italia ci vogliono in media 15 anni per completarle. Se non cambiano le cose è difficile rendicontare tutto entro il 2026”.
Sul modello Genova, che molti auspicano di poter replicare, il presidente afferma: “È un modello non più replicabile. L’opera è stata realizzata senza risorse dello Stato, il progetto è stato donato da un grande architetto e soprattutto ha mantenuto lo stesso tracciato. Con una piccola modifica del tracciato, magari solo di un metro, il progetto avrebbe dovuto essere sottoposto a una serie di autorizzazioni. Una su tutti: la valutazione d’impatto ambientale che, in genere, si porta via almeno due anni. Al ministero dell’Ambiente adesso ci sono centinaia di progetti fermi in attesa di quella valutazione”.
Sulle discussioni in merito al codice degli appalti, Buia ha le idee chiare: “La necessità di semplificare il codice degli appalti è evidente ma non è il caso di riaprire vecchie polemiche. Certo va snellito e rivisto in ampie parti ma i problemi principali oggi sono altri: il 70% dei ritardi nasce dalle procedure a monte delle gare d’appalto. Un progetto presentato da Anas impiega in media 5 anni prima di essere messo a gara. Questo è il collo di bottiglia da eliminare”.
“La nostra proposta? Si preveda una durata massima di 120 giorni per la conferenza dei servizi con la regola del silenzio-assenso”, conclude il presidente dell’Ance.