“In un ambiente dove si sta distanziati e si indossa la mascherina non ci si contagia. Ci si contagia fuori. Se fuori aumenta la diffusione i rischi aumentano anche nella scuola ma è l’esterno il problema non la scuola”, lo sostiene Alberto Villani, presidente della Società Italiana di Pediatria e componente del Cts.
“Non si può improvvisare. Le scuole sono vecchie e l’istruzione da anni subisce tagli. Tutto questo non si recupera in un anno se non c’è una programmazione seria e importante”, lo sostiene a gran voce Villani in un’intervista a La Stampa.
La scuola è per il presidente un luogo sicuro: “Sono state definite regole per il distanziamento, l’obbligo di indossare le mascherine. Che altro avrebbero dovuto fare? Ora che ci sarà la possibilità di investire fiumi di denaro bisogna sapere a che cosa dare priorità e quindi investire in edilizia scolastica, in formazione, educazione sanitaria. Il resto sono chiacchiere, scadentissime pezze a colori da mettere qui e là senza riuscire a risolvere davvero i problemi. Bisogna affrontare una riforma strutturale della scuola italiana altrimenti non ne usciremo mai”.
Il pediatra mette in guardia da un’altra pesantissima conseguenza della chiusura prolungata degli istituti scolastici: “Ci sono state pesanti conseguenze. Registriamo un aumento dei disturbi psicosomatici con mal di testa, mal di pancia o altri disturbi che non hanno una spiegazione organica. Aumentano l’insonnia, l’ansia e le manifestazioni di malesseri di tipo neuropsichiatrico. Non sono una novità, derivano da anni di disattenzione nei confronti dei bambini ma l’epidemia ha aggravato questa situazione. Occorre intervenire, è il modo migliore per risparmiare in assistenza e favorire la sostenibilità del nostro sistema nazionale”.