Per il governatore della Regione Toscana Eugenio Giani esiste una sola parola d’ordine in questo momento: vaccini. “La questione forte che poniamo al governo, non è tanto sulle chiusure, quanto sulla vera partita: adoperarsi per comprare vaccini. Lo slogan per superare il covid è solo uno: vaccini, vaccini, vaccini, questa è la priorità assoluta. Il resto sono rimedi palliativi e misure di difesa, mentre dobbiamo andare all’attacco”.
Per il governatore Giani il governo deve fare di più sul fronte dei vaccini, solo così si potrà dare una svolta e contenere la pandemia. “Fin qui il governo si è chiuso in logiche di diplomazia europea, ora deve andare all’attacco. Non si possono spendere 80 euro per un tampone molecolare e metterci a guardare i pochi euro in più su un vaccino che costa 3 euro come Astrazeneca e 20 come Pfizer o Moderna. Spendiamo il doppio per i vaccini, che ci danno forza per affrontare il virus. Il vero messaggio al governo è: passiamo dalle discussioni sulle modalità di chiusura a una politica che ci dia vaccini”, afferma in un’intervista a La Stampa.
Bisogna guardare a modelli come Israele e Gran Bretagna per comprare quante più dosi possibile: “Il vincolo Ue c’è e resta, ma si trovi il modo per avvalerci di una parte di mercato. Non possiamo restare imbrigliati, quando noi come Regioni abbiamo una macchina organizzativa con il motore della Ferrari che procede alla velocità di una 500. Oggi al Palazzetto dello sport di Firenze ne somministriamo mille al giorno quando potremmo darne 4-5 mila. Secondo punto, possiamo acquistare le licenze. Se le case farmaceutiche ci danno meno vaccini, ci autorizzino ad avere la loro licenza per produrli noi. Il sistema di imprese toscane lo potrebbe fare in tempi rapidi, anche considerando che ogni anno, di qui a tre anni, il vaccino andrà fatto. Quindi andrà prodotto. La terza cosa è il fatto che per quel che riguarda le chiusure regionali, vanno trovati parametri semplici e comprensibili”.
Sulla divisione a colori dell’Italia, per Eugenio Giani l’aggiornamento delle zone viene dato troppo a ridosso, con imprenditori che scoprono un paio di giorni prima se potranno restare aperti o se saranno costretti a chiudere. “La notizia della classificazione regionale, ogni settimana, va data il mercoledì o non il venerdì. Un ristoratore lo deve sapere almeno due giorni prima se deve chiudere o meno nel week end. La cabina di regia si riunisca dunque il mercoledì per dare la notizia. I criteri devono essere: contagi, terapie intensive e ricoverati in ospedali”.
Esclusa l’ipotesi lockdown: “Credo che dobbiamo reggere ancora un mese e mezzo. Poi la situazione si aggiusterà un poco anche da sé, per il caldo e i raggi ultravioletti. Chiedere un altro sacrificio di un lockdown no, non sono d’accordo”.