È morto Rush Limbaugh, voce per oltre trent’anni dell’America conservatrice. Lo ha annunciato la moglie Kathryn ai microfoni della trasmissione radiofonica del marito trasmessa in oltre 650 stazioni in tutti gli Stati Uniti e con una media di 15 milioni di ascoltatori.
A portarlo via è stato un tumore ai polmoni che gli è stato diagnosticato all’inizio dello scorso anno. Il giorno dopo averlo saputo, il 5 febbraio, il presidente Donald Trump lo ha insignito del Presidential Medal of Freedom durante il discorso sullo Stato dell’Unione, ringraziandolo “per questi decenni di instancabile devozione al nostro Paese”.
Nel 2016 è stato il primo a prendere seriamente la candidatura del tycoon e grazie a lui molti ascoltatori si sono avvicinati alle idee di Trump. Ha continuato poi a difenderlo in qualità di presidente, sostenendo le sue idee. Da ultima, la definizione del Covid-19 come un “comune raffreddore”.
Il New York Times lo ha definito “una forza partigiana della natura”, amato dalla destra, ma allo stesso tempo odiato dalla sinistra che lo considerava “l’uomo più pericoloso d’America”.