Anna Silenzi e Marianna Nigra sono due giovani progettiste italiane che ideano ospedali Covid in giro per il mondo, in una stretta collaborazione tra Oms e Politecnico di Torino.
Come racconta il Corriere della Sera, Anna si è laureata nel 2018 in architettura a Torino con una tesi con il professor Matteo Robiglio sugli ospedali gonfiabili temporanei. Lo scorso autunno l’Oms l’ha contattata per inserirla nel gruppo di lavoro che studia soluzioni innovative per strutture emergenziali. Anna a sua volta ha contattato il Politecnico e il suo professore che nel frattempo si è spostato alla direzione di FULL, The Future Urban Legacy Lab, un laboratorio interdisciplinare e interdipartimentale, che ha accettato la sfida e firmato il protocollo con l’Oms. In FULL lavora Marianna, che a sua volta ha formato un’équipe di ingegneri, architetti e studenti.
Il team delle due italiane lavora, su richiesta dell’Oms, a progetti per tutto il mondo, con particolare attenzione ai paesi più poveri.
Il primo progetto è stato realizzato in Burkina Faso: “Qui abbiamo dovuto far i conti con temperature altissime in ogni stagione e l’impossibilità di usare macchinari di areazione che necessitano di manutenzione e pezzi di ricambio. Ci siamo dovuti fidare del bio, immergerci nella loro natura violenta e trovare soluzioni percorribili”, spiega al Corriere Marianna Nigra. Ma soprattutto, in Burkina Faso c’è la credenza che le finestre non vadano aperte di notte per evitare che entrino spiriti maligni. Ecco allora che le due esperte hanno deciso di utilizzare nuove forme di infissi che lasciano passare la stessa quantità di aria ma non danno l’ida di grandi varchi. La fase progettuale ora è terminata e comincerà in un paio di mesi la costruzione.
Il team lavora ora a progetti non solo ospedalieri, ma anche per la prevenzione del virus in spazi urbani, residenziali e commerciali. “La ricerca spinta, interdisciplinare, consente di abbattere baronati e differenze di genere. Si vive un ambiente molto paritario, essendo un campo in cui dobbiamo scoprire cose nuove, le idee devono venire da tutti, dal professore associato allo studente. È fondamentale incoraggiare il valore di ognuno e questo è tra i miei compiti”, afferma Marianna.