“A me capita un po’ come all’Inter: sfioriamo la vittoria ma poi ci fermiamo al secondo o terzo posto”, il professore Carlo Cottarelli ha il dono dell’ironia, condita da quel tocco di classe che non guasta.
Se Walter Ricciardi invoca il lockdown totale, l’ex direttore esecutivo del Fmi commenta laconico: “Con una curva piatta da due settimane, mancano i presupposti per un confinamento generalizzato ma ognuno è libero di esprimere la propria opinione”. E della chiusura degli impianti sciistici? “Le regole non si possono cambiare ogni 24 ore, spero che chi ha deciso in tal senso abbia soppesato ogni elemento”.
Un giudizio sulla squadra del presidente del Consiglio Mario Draghi? “Non mi ha sorpreso né deluso, direi che non è il governo dei migliori ma è il migliore dei governi possibili”. Alla pa si è insediato il ministro Renato Brunetta che ha già annunciato che i dipendenti pubblici torneranno in ufficio. “La riforma della pa è fondamentale, digitalizzare non basta, serve semplificare. Il ritorno di Brunetta è una buona notizia perché dieci anni fa ha dimostrato di avere buone idee anche se poi la riforma si è arenata, non per colpa sua. In Italia c’è un eccesso di burocrazia, di red tape: procedure farraginose, troppi moduli da compilare, enti da consultare”.
Un ruolo chiave lo avrà anche il Mise, con i numerosi tavoli di crisi affidati al neoministro Giancarlo Giorgetti. “Anche la sua scelta fa ben sperare, con Giorgetti prevale l’ala moderata della Lega”. Che adesso punta sull’ex presidente della Bce: i leghisti fanno sul serio? “Si osservano molte conversioni in giro, io le prendo tutte per buone e me ne rallegro. Mi auguro che nessuno cambi idea”.
Quali le priorità dell’Agenda Draghi? “Recovery fund e vaccini. La bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza, elaborata dal precedente governo, va completamente rivista, diverse parti vanno riscritte di sana pianta, manca una riforma organica della pa, non è definita una governance, mentre le sezioni sulla pubblica istruzione e sugli asili nido sono positive. C’è poi il capitolo della giustizia civile che richiede un intervento profondo volto ad accelerare i tempi. Il mio auspicio è che i partiti non litighino, la composizione del governo è obiettivamente eterogenea e da noi c’è sempre la tendenza a dividersi tra guelfi e ghibellini. Questo è il momento di restare uniti e realizzare le cose che servono per far funzionare la macchina dello stato”. Un settore che potrebbe trainare la ripartenza è quello delle infrastrutture: sulla scrivania del neoministro Enrico Giovannini ci sono 59 opere prioritarie in attesa di partire. “Bisogna accelerare sui cantieri e includere opere come l’alta velocità lungo la dorsale adriatica che non erano state inserite nel piano del precedente governo. La ‘formula Genova’, presa alla lettera, è irripetibile. A Genova, insieme a un sindaco bravissimo, Bucci, c’erano circostanze del tutto eccezionali, l’attesa di un paese intero, società che hanno perduto l’appalto ma non hanno voluto ricorrere in giudizio, con Autostrade che pagava a pié di lista. E’ complicato ripetere un meccanismo analogo, anche perché dobbiamo garantire un adeguato grado di concorrenza”.
C’è pure un inedito assoluto: il ministro per la Transizione ecologica, guidato dal professore Roberto Cingolani. “E’ un esperimento interessante, non è chiaro ancora quali deleghe avrà ma, a mio giudizio, sarà un ministero molto economico perché la transizione non è soltanto un tema scientifico o ambientale ma comporta cambiamenti profondi nel mercato del lavoro con inevitabili ricadute sociali”.
Con l’Osservatorio sui conti pubblici dell’Università Cattolica, avete richiamato l’attenzione sulla “gender tax”, la tassazione agevolata per incentivare la partecipazione femminile al lavoro. “Una aliquota agevolata potrebbe avere profili di incostituzionalità, quel che si può fare è evitare forme di tassazione che remano nel senso opposto, come per esempio quelle su base familiare che disincentivano l’ingresso del secondo coniuge nel mondo del lavoro. Più giusto invece prevedere una tassazione agevolata per il secondo coniuge, almeno in via temporanea, insieme poi a un piano massiccio di investimenti negli asili nido”.
Previsioni sulla durata dell’esecutivo Draghi? “Sarebbe bello se arrivasse a fine mandato perché ci vuol tempo per fare le cose. Tuttavia tra un anno toccherà eleggere un nuovo presidente della Repubblica, qualcuno sostiene che si potrebbe estendere di un solo anno il mandato di Mattarella ma, non so, avverto molta incertezza”.