La grande distribuzione vale 240 miliardi di fatturato all’anno, produce 33 miliardi di valore aggiunto, e dà lavoro a un milione di addetti, per questo Francesco Pugliese, amministratore delegato della Conad, chiede interventi precisi al governo.
“Raramente ho a che fare con politici che abbiano contezza di quanto sia strategica l’intera filiera alimentare e la grande distribuzione. Ad esempio serve subito omogeneità di interventi. Il ginepraio di norme, spesso su base regionale o provinciale, andrebbe archiviato una volta per tutte mettendo mano al titolo V della Costituzione. E poi mi permetta di essere critico sugli interventi anti-assembramento. Teniamo chiusi i centri commerciali nel week end e anche i reparti non alimentari per quale motivo?”, afferma in un’intervista al Corriere della Sera.
Pugliese rivendica l’apertura dei centri commerciali, che sono sottoposti a rigide misure anti-Covid: “Le cronache di questi giorni ci raccontano che sono i centri storici a rischiare di convertirsi in focolai. Nei centri commerciali ci sono già misure ossessive anti-assembramento e costanti interventi di sanificazione. Non vorremmo ritrovarci ancora in lockdown contenendo laddove non serve”.
Al nuovo governo chiede semplificazioni per favorire gli investimenti sul digitale e ridurre l’impatto energetico della filiera. “E poi serve uno scatto sul fisco su cui credo Draghi rappresenterà in Europa un autorevole interlocutore per costruire una tassazione uniforme tra operatori fisici e digitali. Altrimenti andiamo verso una desertificazione del commercio nelle città. Un’ecatombe sociale e un impatto pesante sul prodotto interno lordo”, conclude l’ad Pugliese.