“Per la fine marzo avremo raggiunto l’immunità di gregge. E Israele sarà un esempio, un laboratorio, anche per l’Europa: se noi avremo successo con i nostri dati, sarete incoraggiati ad accelerare, a seguire la nostra strategia”, lo ha dichiarato il professor Arnon Shahar, responsabile della campagna vaccinale per il Maccabi Healthcare Services che, in collegamento da Tel Aviv, ha partecipato ad una videoconferenza organizzata dal Messaggero.
A partecipare anche l’ambasciatore d’Israele in Italia Dror Eydar che ha affermato: “Israele è tra gli unici Paesi al mondo in cui la questione dei vaccini è stata spinta e gestita dal primo ministro. Benjamin Netanyahu ha parlato più volte con il Ceo di Pfizer dal quale ha ottenuto milioni di vaccini. Abbiamo capito che valeva la pena pagare di più per salvare vite umane. Per ogni vaccino abbiamo pagato più del doppio degli altri”.
L’ambasciatore ha poi ricordato quante persone sono state vaccinate: “Fino a ieri in Israele erano state somministrate 5.832.000 dosi di vaccino di cui 2,22 milioni come seconda dose. Sono numeri enormi, visto che abbiamo 9,3 milioni di abitanti”.
Il professor Shahar ha spiegato che in Israele si cominciano a vedere i primi effetti positivi dall’andamento della campagna vaccinale: “Stiamo vedendo l’efficacia e la sicurezza del vaccino. Abbiamo visto un calo dei contagi. Siamo usciti da poco dal lockdwon, stiamo subendo la nostra terza ondata causata soprattutto dalla variante inglese che è più contagiosa. Stiamo però già vedendo un calo importante dei ricoveri degli over 60, i primi a essere vaccinati. E un calo di morti over 60. Solo lo 0,06 per cento di coloro che hanno ricevuto la seconda dose, di qualsiasi età, sono poi stati comunque contagiati, dunque un numero bassissimo. Un risultato eccezionale. Con il vaccino di Pfizer sembra che riusciamo a fermare la variante inglese. E c’è anche una parziale copertura di quella sud africana”.
