È cominciato il “bucatini gate” negli scaffali dei supermercati americani. Non si trova più questa tipologia di pasta ormai da mesi, da quando è cominciata l’emergenza sanitaria. Le vendite non sono ai livelli dei più noti spaghetti o delle linguine, ma con la moda dell’amatriciana i bucatini stavano vivendo un momento florido.
Come racconta il Corriere della Sera, la giornalista di Grub Street Rachel Handler ha avviato un’inchiesta e ha scoperto che la carenza di questa pasta è dovuta ad un’indagine della Food and Drug Administration, l’ente federale che regola i prodotti alimentari, che ha notato che i bucatini non avevano al loro interno abbastanza ferro. La pasta in America è infatti realizzata con farine enriched, quindi arricchite: deve avere un certo quantitativo di sostanze nutrienti e vitamine, mentre nei bucatini mancavano 2,1 milligrammi di ferro.
Che la Fda faccia ispezioni di questo genere è raro e si teme ci possa essere stata la soffiata di qualche competitor. Quel che è certo è che le aziende italiane stanno lavorando per riportare i bucatini versione enriched sugli scaffali dei supermarket americani.