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Report dell’intelligence: l’andamento della curva epidemiologica è sottostimato

L’intelligence ha presentato un dossier sulla scrivania di Giuseppe Conte, in cui si evidenziano degli importanti errori di calcolo nell’andamento della pandemia in Italia. I nuovi positivi giornalieri sarebbero circa il 40, 50% in più di quanto rilevato ufficialmente. Il che vorrebbe dire sia che la curva epidemiologica non è al ribasso come dichiarato e soprattutto che le misure prese possono rivelarsi non adeguate.

Il numero dei casi di contagio è diventato un affare di sicurezza nazionale e, quindi, prioritario per l’intelligence italiana. Diversi matematici sono stati coinvolti e hanno redatto un modello predittivo efficace. Il 25 dicembre hanno stimato in 86.500 il numero dei decessi totali che l’Italia avrebbe registrato nei successivi trenta giorni. Esattamente un mese dopo, il 26 gennaio, le vittime registrate sono state 86.422, dunque quanto previsto dal team con un errore irrisorio dello 0,09%.

Sempre attraverso i loro calcoli, gli esperti hanno notato una discordanza tra i nuovi ingressi in terapia intensiva e la quota giornaliera di positivi aggiunti al bollettino quotidiano. Osservando la fase pre-natalizia, secondo cui la curva sembrava scendere, in realtà i posti in terapia intensiva non sono diminuiti, rimanendo stabili e i casi si sono rialzati, ma ciò non è emerso dai dati giornalieri. Il problema gira intorno al numero di tamponi: dall’11 al 17 novembre ne sono stati fatti un milione e mezzo, ma successivamente hanno ripreso a diminuire arrivando a 868mila tra il 23 e il 29 dicembre. Dal 13 gennaio in poi hanno ripreso a salire. Nel calcolo dei parametri sono stati considerati anche i test per verificare la guarigione, quando dovrebbero essere calcolati solo quelli di prima diagnosi.

Come racconta Repubblica, un altro elemento di difficoltà è la decisione di calcolare, oltre ai test molecolari, anche quelli rapidi: la scelta ha alterato tutti i parametri e oltretutto alcune Regioni non fanno distinzione e ciò ha ripercussioni sui valori.

“È vero che le positività sono sottostimate, anche più di quanto rileva il dossier. Ed è vero che in questo momento il trend non è valutabile. I dati che abbiamo da analizzare derivano dai sistemi di sorveglianza, che per loro natura sottostimano i fenomeni. Sono utili per valutare l’andamento, ma nel momento in cui interviene una modifica, come nel caso dell’inclusione nella statistica dei tamponi rapidi, bisogna aspettare un po’ prima che torni attendibile”, lo ha dichiarato a Repubblica Pierluigi Lopalco, professor epidemiologo e assessore regionale in Puglia.

Redazione

 

 

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