L’Italia è il maggior beneficiario dei fondi messi a disposizione dall’Europa per risanare un’economia messa in ginocchio dalla pandemia. Non si è mai distinta positivamente per la capacità di spesa dei soldi europei e l’instabilità politica di queste settimane, acuita dalla crisi aperta da Matteo Renzi, desta non poche preoccupazioni a Bruxelles.
“Spero che l’instabilità politica in Italia non metta a repentaglio il lavoro sul Recovery Plan perché Roma ne è il maggior beneficiario e bisogna assicurarsi che i fondi arrivino presto per far fiorire la ripresa nel Paese”, lo ha affermato ieri il vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis.
Nascono quindi nuove preoccupazioni che si uniscono ai timori sulle tempistiche del governo. Per ora è stato presentato dal premier Conte e dai suoi “un numero sostanziale di elementi”, ma non ancora il piano definitivo, al contrario di 11 paesi che hanno già inviato il documento. La scadenza è quella di fine febbraio per poter sbloccare la prima tranche di aiuti che dovrebbero arrivare a giugno. Preoccupa anche la vaghezza delle riforme strutturali, il mancato snellimento delle procedure burocratiche, particolarmente farraginose in Italia, i pochi progetti per rilanciare in modo strutturale l’economia, come racconta Repubblica.
L’Italia potrebbe ricevere i primi fondi a giugno, ma poi non rispettare il suo cronoprogramma e perdere i successivi finanziamenti. Il rischio specifico è che il nostro paese possa non sappia rilanciare l’economia, non rendendo così permanenti i bond europei e perdendo il posto nel cuore della zona euro.