“A noi piacerebbe essere consultati e non informati”, questo il grido di protesta delle imprese nella voce di Maurizio Marchesini, vicepresidente di Confindustria. Si attendono che il governo sia davvero disponibile a discutere il piano del Next Generation Eu con le aziende italiane, come ha dichiarato di essere.
Manca concretezza nel Recovery Plan: non c’è un piano, un cronoprogramma, mancano informazioni pragmatiche: “Il piano, mi passi la battuta, sembra il documento a favore della pace nel mondo. Siamo tutti d’accordo, ma se non indichiamo mezzi, strumenti e obiettivi resta una dichiarazione di principio. Manca un cronoprogramma, mancano gli step intermedi, gli indicatori di efficienza e i soggetti per il controllo dell’attuazione, a volte non vengono dettagliati gli ambiti di intervento”, spiega Marchesini al Sole 24 Ore.
Gli fa eco il presidente di Coldiretti Ettore Prandini che sostiene: “Per l’agricoltura, la sfida è arrivare all’autosufficienza della filiera produttiva italiana all’interno di un percorso di sostenibilità e di digitalizzazione dei processi. Ma servono dei progetti concreti. I fondi ci sono e bisogna recuperare anche le risorse Pac che non sono state utilizzate”.
Seppur venga riconosciuto un miglioramento del testo rispetto alla prima bozza, ancora c’è da lavorare in queste ultime settimane: “Saranno decisive per rendere il Piano più concreto e inattaccabile. Perché se pensiamo di utilizzarlo per finanziare opere in sospeso senza un disegno complessivo che vada nella direzione auspicata dalla Ue, avremo delle brutte sorprese da Bruxelles”, conclude Prandini.