Donald Trump è stato messo sotto accusa per la seconda volta. È il primo caso nella storia degli Stati Uniti in cui il presidente viene messo sotto impeachment per due volte. Ieri la Camera dei Deputati ha approvato l’accusa con 232 voti a favore e 197 contrari. A votare sì sono stati i democratici più una decina di repubblicani.
L’accusa è “incitamento all’insurrezione”. Trump ha diffuso ieri un video in cui condanna le violenze, chiedendo collaborazione a tutti gli americani per ridurre le tensioni. Ha poi parlato della sua espulsione dai social media che ha definito “un attacco senza precedenti alla libertà di parola, sbagliato e pericoloso”.
Al Congresso il partito democratico si è mostrato più compatto che mai. I conservatori si sono affidati a Jim Jordan che era stato protagonista del primo impeachment a Trump, che lo aveva poi ricompensato con la Medal of Freedom. Anche ieri Jordan ha provato a evitare nuovamente l’accusa, dichiarando che i democratici stanno creando una campagna pretestuosa, ma non è riuscito a convincere la platea, come racconta il Corriere della Sera.
Anche il leader dei repubblicani Kevin McCarthy ha riconosciuto che Trump ha delle responsabilità per i fatti del 6 gennaio, ma ha ritenuto che l’impeachment non farebbe altro che aumentare le violenze. Nel frattempo il tycoon non ha ancora formato il team di legali che dovrà difenderlo al Senato, dove il processo dovrebbe cominciare il 19 gennaio.