Mike Pompeo, segretario di Stato Usa dall’aprile 2018, a otto giorni dalla fine del mandato di Trump, ha accusato l’Iran di essere la nuova base di Al Qaeda. Ha poi annunciato nuove sanzioni a cinque leader qaedisti, che sono secondo lui basati in Iran o legati al paese, e una ricompensa di 7 milioni di dollari per tutte le informazioni utili su di Muhammad Abbatay, noto anche come Abdal-Rahman al-Maghrebi.
Già a novembre il New York Times aveva scritto che in Iran era stato ucciso per mano dei servizi segreti israeliani un altro alto dirigente di Al Qaeda, Abu Muhammad al-Masri, accusato di aver preso parte alla pianificazione degli attentati contro due ambasciate americane in Africa nel 1998, come racconta il Corriere della Sera.
Ancora, altre fonti parlano di una speciale ospitalità del regime sciita alla famiglia di Osama e agli uomini di Al Qaeda. L’Iran ha negato le accuse e affermato di aver sempre combattuto contro quel gruppo di terroristi. I consiglieri di Joe Biden vedono la mossa di Pompeo come un ulteriore ostacolo messo sul cammino di Biden che ha intenzione di riprendere gli accordi sul nucleare.
