In Israele il 20% della popolazione è stata vaccinata. La prima dose è stata inoculata a ben 1,8 milioni di cittadini, su un totale di nove. Si procede al ritmo di 50mila vaccinati al giorno. La priorità è stata data al personale sanitario e agli over 60, e da oggi anche ai 55enni.
La campagna di vaccinazione mette insieme palestinesi e soldati israeliani: è quanto avviene a Gerusalemme Est, come spiega Repubblica. Qui vivono 370mila palestinesi, questa parte della città conquistata dalla Giordania (a quell’epoca vi abitavano in 70mila) è stata annessa a Israele dopo la guerra del ’67. Ai palestinesi è stata data la residenza e la possibilità di richiedere la cittadinanza.
Qui da metà aprile, dopo lo scoppio della pandemia, opera il Pikud haoref, il Comando interno dell’esercito israeliano (la nostra Protezione Civile). Nonostante le titubanze iniziale, i soldati hanno stretto rapporti con gli abitanti, anche grazie al coinvolgimento degli imam dei 16 quartieri.
Il Comando aiuta anche nell’unità di crisi Covid: da mesi distribuiscono cibo e medicinali a chi è confinato in casa, portano le persone nei Covid hotel e aiutano nella somministrazione dei tamponi. Ora sono impegnati nella campagna di vaccinazione: “Con i leader comunitari che si vaccinano diffondiamo video spiegando che il vaccino non è pericoloso. Dall’inizio della campagna il 27 dicembre, i numeri sono in crescita”, afferma a Repubblica il generale Ben Zvi Eliassi a capo dell’unità.
Anche il sindaco ha portato avanti numerose iniziative per creare sinergia tra i due popoli, a partire dalla moratoria per le demolizioni delle abitazioni illegali di Issawia. Altro fattore importante e sinonimo di cambiamento è l’incremento delle domande di cittadinanza.