Ormai da mesi si va verso un mondo a idrogeno, che è considerata una valida alternativa ai combustibili fossili che inquinano di più. Su questa strada si muove anche l’obiettivo della neutralità climatica prevista per il 2050. Il modo fino ad ora usato per produrre idrogeno verde è l’elettrolisi dell’acqua alimentata con energia elettrica prodotta da eolico e fotovoltaico, ma ora l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) ha brevettato un nuovo metodo: sfruttare l’energia solare e l’ossigeno dell’acqua.
“L’idea di partenza è quella di andare a spezzare la molecola dell’acqua attraverso la decomposizione termica. Questa è una cosa difficilissima, con l’utilizzo di processi tradizionali per realizzarla bisogna raggiungere i 3-4 mila gradi. Per ovviare a questo problema abbiamo realizzato un reattore a membrana costituito da una camera di reazione dove sono presenti contemporaneamente due tipi di membrane”, spiega al Corriere della Sera Silvano Tosti, responsabile del laboratorio Tecnologie nucleari dell’Enea. In questo modo si scinde la molecola dell’acqua e si separa l’ossigeno. Servono quindi delle temperature altissime, il che costituisce ad oggi un limite. Ma la stessa Enea è coinvolta in numerosi studi per sviluppare materiali per altri flussi termici.
In futuro, l’obiettivo è di utilizzare direttamente l’energia solare per produrre idrogeno e ossigeno, senza passare per sistemi intermedi come elettrolizzatori. Con il sistema Enea si raggiunge un’efficienza del 20% e si hanno costi di investimento più contenuti.