“Nel Recovery Plan la giustizia ancora una volta è stata trattata da Cenerentola. Ma anche la sanità è stata trascurata. Basti vedere che l’originario stanziamento era ridicolo. Ora pare aumentato, ma è sempre poco rispetto ai dissennati sussidi a pioggia sperperati a fini di consenso elettorale”. Parla Carlo Nordio, ex procuratore aggiunto di Venezia, che ha condotto indagini storiche, come quelle di Tangentopoli o delle Brigate Rosse.
La malagiustizia in Italia costa circa il 2% del pil, ovvero decine di miliardi l’anno, come emerge dallo studio della Ambrosetti House, coordinato proprio da Nordio. “Il processo penale è ormai un’arlecchinata, perché è stato modificato così tanto da renderlo incompatibile con la sua struttura originaria. Ne occorre uno nuovo, possibilmente coerente con il sistema accusatorio che aveva ispirato il codice Vassalli del 1988. Per la giustizia civile, dopo mille tentativi falliti, il rimedio è semplice: copiamo i sistemi che funzionano, magari quello tedesco”, continua l’ex procuratore.
Su quali siano le colpe di questo governo, Nordio ha le idee chiare: “Il dilettantismo. Faccio l’esempio della scuola. Le regioni vanno in ordine sparso sul quando aprire e chiudere la scuola perché è mancata e manca del tutto una visione generale del governo, che si è baloccato con i banchi a rotelle quando, in primavera, avrebbe già dovuto capire che la scuola era una enorme fonte di contagio, non tanto nelle aule quanto nei trasporti, dove manca ogni forma di distanziamento e di controllo. È stata una negligenza imperdonabile, una delle tante”.
Le riforme della giustizia annunciate dal governo non si sono ancora tradotte in realtà: “La funesta mini riforma della prescrizione doveva essere accompagnata da una più globale volta alla riduzione dei tempi dei processi. Non se ne è fatto nulla”. Il progetto in discussione in Parlamento prevede alcune novità come la digitalizzazione dei fascicoli e delle notifiche: oltre a essere in alto mare, “ha lo stesso effetto di un’aspirina per curare il Covid”.