Quello che è successo a Capitol Hill è una brutta pagina della storia americana. Un attacco alla democrazia, istigato da Donald Trump che non si rassegna ad aver perso le elezioni contro Joe Biden. A nulla sono valsi i suoi video in cui invitava i suoi sostenitori a tornare a casa, i manifestanti avevano già fatto irruzione dentro il Parlamento e le violenze erano già state compiute.
I leader internazionali hanno contestato duramente l’accaduto e anche lo stesso tycoon, a partire dalla cancelliera Angela Merkel e dal premier britannico Boris Johnson. Da noi, invece, Conte ancora una volta non ha preso una posizione chiara e tranchant come avrebbe dovuto. “La violenza è incompatibile con l’esercizio dei diritti politici e delle libertà democratiche”, questo il tweet del premier nel cuore della notte.
Non è il primo caso di una risposta tardiva e monca di Conte. Senza andare troppo lontano nel tempo, basta pensare al suo messaggio una volta diffusa la notizia della vittoria di Biden. Si complimentò con il popolo e le istituzioni americane, senza fare alcun riferimento esplicito al vincitore.
Lo aveva fatto anche durante la campagna elettorale americana quando aveva twittato: “Non voglio entrare nella competizione elettorale americana, né voglio formulare auspici o previsioni. Comunque vada si parla di due nazioni, Italia e Stati Uniti, che hanno delle forme di collaborazione così intense che non cambierà molto”.
Come racconta Repubblica, la reazione di Conte non è andata giù al vicesegretario del Pd Andrea Orlando che in tv ha affermato che avrebbe detto di più. Walter Veltroni ha citato la cancelliera Merkel e ha dichiarato: “Deploro che Trump non abbia riconosciuto la sconfitta alle elezioni di novembre e che non lo abbia fatto neppure ieri. Non si può commentare l’attacco alla democrazia americana senza condannare esplicitamente chi ne è responsabile”. Gli hanno fatto eco Matteo Renzi e poi Luciano Nobili che ha scritto: “C’è qualcuno a palazzo Chigi? Quando arriva la condanna di Conte?”.