Il mercato asiatico è il centro nevralgico del business dell’automotive: qui si vendono il 45% delle vetture. Un mercato dominato da colossi cinesi e giapponesi e da Volkswagen, in cui dovrà trovare il suo spazio anche la neonata Stellantis.
Il competitor per eccellenza è Toyota, secondo costruttore mondiale e leader dell’ibrido. Sta lavorando ad una rivoluzione tecnologia che nel giro di cinque anni cambierà il modello di auto che diventerà ibrida, elettrica e a idrogeno. Introdurrà 60 modelli, di cui 10 a batterie, entro il 2025.
Toyota punta a ridurre le vendite di vetture ad alimentazione tradizionale sotto il 10% e ad avere 5,5 milioni di auto elettrificate all’anno. A differenza degli altri brand, mira ad avere un’ampia gamma di auto elettrificate, tenendo ancora a bordo le ibride. “L’attuale modello di business rischia di crollare se il settore passerà ai veicoli elettrici troppo in fretta”, ha affermato il manager di Toyota, nipote del fondatore dell’azienda. Servirà tempo per creare l’infrastruttura di distribuzione di energia rinnovabile, soprattutto in un paese come il Giappone dove gran parte dell’energia è prodotta da centrali a gas o a carbone. Necessita quindi di tempo per ridurre gli impatti sull’ambiente e sull’occupazione, come racconta Repubblica.
Nel frattempo la stessa Toyota ha annunciato il primo Suv completamente elettrico basato sulla piattaforma e-TNGA (Electric Toyota new global architecture), la prima dedicata ai veicoli a zero emissioni. Il colosso giapponese è anche impegnato nella ricerca e nello sviluppo delle prossime generazioni di batterie, con cui ottenere una ricarica da 1000 chilometri in 15 minuti, grazie alle joint ventures con Panasonic e Byd.
Un altro fronte su cui Toyota è impegnata è quello dell’idrogeno: è pronta la seconda generazione della Mirai, la berlina super tecnologica, e cresce la collaborazione il Fuel Cell Business Group per accelerare la diffusione dell’ecosistema idrogeno.