Il Tribunale cinese di Tianjin ha condannato a morte Lai Xiaomin, 58 anni, numero uno per sei anni della China Huarong Asset Management, una delle più grandi società di gestione patrimoniale di Stato. L’accusa è di corruzione e bigamia.
Il manager è stato definito “senza legge ed estremamente avido”. Ha riconosciuto di aver ricevuto una mazzetta di 250 milioni di dollari e di aver vissuto con una donna che non era la sua legittima moglie, come racconta il Corriere della Sera.
La condanna di Xiaomin rientra nei numerosi colpi di Xi Jinping a tutte quelle piccole o grandi aziende reponsabili di danni allo ‘spirito della nazione’.
L’ex capo della China Huarong Asset Management ha commesso l’errore di esprimere delle idee personali una volta diventato un punto di riferimento economico. In Cina, come dimostra anche la storia di Jack Ma, non è possibile.