Ieri è stato un altro giorno importante per la campagna di vaccinazione, avviata simbolicamente in Italia, come in tutta Europa, il 27 dicembre. Sono arrivate le prime 359.775 dosi del vaccino Pfizer-BioNTech con aerei atterrati nei principali scali del paese. Oggi ne arriveranno altre 110.175 e alla fine della settimana ne saranno arrivate 469.450.
Da questo momento in poi la gestione passa alle regioni: 30.420 dosi alla Puglia, 47.970 al Lazio, 32.760 alla Toscana, 14.040 al Friuli-Venezia Giulia, e così via, come racconta La Stampa. Ma la campagna sembra non decollare, i numeri dei vaccinati in Italia sono ancora troppo bassi rispetto ai 78mila della Germania. Per non parlare di Israele che in dieci giorni ha già inoculato la dose a mezzo milione di cittadini, con un rapporto di un cittadino su venti già vaccinato.
Da noi la più grande vaccinazione di massa è appena partita ma già emergono i problemi. Ogni regione agisce in modo diverso e manca coesione: alcune hanno già cominciato come il Lazio o la Toscana, altre come la Lombardia cominceranno oggi, in Basilicata si darà il via addirittura il 2 gennaio. Manca una strategia nazionale.
Il Friuli Venezia Giulia procede spedito e ha già cominciato ieri dopo le ore 13 a somministrare le fiale a Pordenone e in altri ospedali della regione, anche in Veneto, Lazio e Toscana si sono registrate le prime iniezioni. In Liguria invece la consegna era in ritardo e si comincerà stamattina. In Sicilia le dosi non sono ancora arrivate, in quanto il tir che le trasporta è partito ieri da Ciampino.
Il governo ha poi promesso di elaborare sul sito web un aggiornamento costante dei vaccinati in Italia, ma sarà da capire se verrà effettivamente fatto, considerando che ancora non siamo in grado di capire quanti vaccinati effettivi ci siano in Italia. Fino a due giorni fa eravamo a 8.300, di ieri non si hanno ancora informazioni esatte.