In un clima di generale malcontento e calo di fatturato, esiste una esigua fetta di aziende che chiuderà l’anno in positivo. Rappresentano il 7% del campione analizzato dall’Istat e sono circa tredicimila imprese.
I settori di cui fanno parte sono quelli che hanno visto un boom di richieste durante l’emergenza. Prime tra tutte, le aziende che sono direttamente coinvolte nella produzione di dispositivi di protezione o prodotti medici-sanitari, per esempio mascherine, tamponi, reagenti, ossigeno, prodotti igienizzanti, forniture per ospedali. Ci sono poi le realtà che si occupano di prodotti la cui vendita è stata incentivata dalle misure del governo, quindi aziende che producono biciclette, banchi o monopattini.
Come racconta il Sole 24 Ore, è risaputo che la pandemia ha cambiato anche il nostro modo di lavorare e ci ha abituato ad una vita in smart working. Ciò ha portato ad un incremento di vendita per i fornitori di connettività e per tutti gli store online. Una spinta anche a tutto il comparto Ict per gli sviluppatori di soluzioni digitali e di prodotti informatici.
Inoltre, l’emergenza ha anche confermato alcuni trend e rafforzato le domande. Un esempio è quello della sostenibilità e dei motori elettrici, sempre più in diffusione nelle ultime settimane.