Giuseppe Conte ci ha abituato a conferenze stampa poco chiare e costantemente in ritardo. L’orario programmato e diffuso sui suoi canali social o ai telegiornali non è mai stato rispettato, lasciando gli italiani in balia dell’ansia e di ulteriore incertezza.
Lo stesso è successo con la presentazione dell’ultimo decreto legge contenente le restrizioni per il Natale, la festività da sempre più cara alle famiglie italiane.
Come racconta Repubblica, ovunque si vada, in giro per la città, da Milano a Palermo, ci sono tre amici al bar che si chiedono cosa si potrà fare durante le vacanze natalizie (se così vogliamo chiamarle), ancora una mamma in fila ad un negozio che parla di un popolo ‘murato in casa’, ancora altre persone su Facebook chiedono imperversi chiarimenti agli amici e ai gruppi a cui appartengono.
C’è tanta incertezza che è dovuta al non sapere cosa succederà domani e a come si evolverà il virus ma che è acuita da una comunicazione poco chiara del premier, che dovrebbe al contrario rasserenare con le sue parole i cittadini. Emerge una necessità di confronto, che sia al bancone di un bar, in fila alla cassa di una cartolibreria o davanti all’edicola.
Le persone si chiedono ciascuno cosa abbia capito, cosa si potrà davvero fare alla vigilia di Natale o cosa si potrà fare a Capodanno. L’indecisione politica pesa sugli animi dei cittadini, che vedono strappata dai loro calendari la giornata più attesa di tutto l’anno che da sempre è simbolo di famiglia e convivialità, ma che quest’anno vorrà dire in molti casi solitudine.