EconomiaFINANZA

Industria dello sport: a rischio 60 miliardi

L’industria dello sport vale il 2% del pil e se si considera l’indotto di 30 miliardi si arriva al 4%. La filiera dello sport comprende la produzione e il commercio di materiale e attrezzature (con un valore tra i 14 e i 16 miliardi), i servizi (4 miliardi), il betting (11 miliardi), il turismo (9 miliardi). Quest’anno si rischiano perdite pari a 60 miliardi.

È quanto emerso dal report presentato da Luigi Capitanio e Luigi Onorato, partner di Monitor Deloitte, presentato allo Sport & Business summit promosso dal Sole 24 Ore. L’industria sportiva dà lavoro a circa 120mila persone presso 40mila imprese. “Perché lo sport è una delle difese immunitarie sociali, insieme alla scuola e a lavoro, di cui non possiamo più fare a meno“, ha aggiunto il presidente dell’istituto del credito sportivo Andrea Abodi.

Che lo sport abbia importanti ripercussioni anche sul turismo lo ha dimostrato anche Stefano Bonaccini, governatore della regione Emilia Romagna che nel 2020 ha stanziato 10 milioni per aiutare le strutture del territorio. Il turismo sportivo vale il 13,5% del PIL della regione grazie a grandi eventi come il Moto GP o la Formula 1 a Imola.

Giampaolo Duregon, presidente di Anif Eurowellness, pensa che sia importante rinnovare le strutture del settore pubblico e privato per essere un riferimento per i più piccoli ma anche una occasione di prevenzione per i più anziani. “L’attività fisica come ‘farmaco del movimento’ va potenziata e serve un piano nazionale in quest’ottica che ne faccia emergere sia l’importanza  sociale che quelle economica in termini di risparmi per il sistema sanitario. Un anno di iscrizione in un centro sportivo costa mediamente 500/600 euro, mentre un giorno di normale ospedalizzazione almeno 400″, ha dichiarato Duregon.

Redazione

 

 

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