Giovedì prossimo riunione in presenza per il 27 leader europei per un Consiglio che appare sin da subito turbolento.
La Grecia chiede sanzioni alla Turchia, la Francia è ostinata a non accettare l’accordo sulla Brexit, l’Italia rischia una crisi di maggioranza e la Polonia non vuole approvare i target climatici, come racconta La Stampa.
Altro nodo da sciogliere è il veto di Polonia e Ungheria sul Recovery Fund e il rispetto dello stato di diritto, punto fondamentale per poter accedere ai fondi. Varsavia ha mostrato un’apertura, chiedendo una dichiarazione del Consiglio europeo per garantire che la firma non verrà utilizzata per fare pressing politico. Budapest sembra invece ferma sulle sue idee.
L’ultima strada che potrebbe percorrere l’Europa è quella della Corte di Giustizia dell’Ue, ipotesi già paventata da Angela Merkel.
