Il ministro per gli Affari europei è stato interpellato da Annalisa Chirico in un’intervista in esclusiva a LaChirico.it sul Recovery Fund e sul veto di Polonia e Ungheria.
“Il veto di questi paesi blocca anche il processo di ratifica da parte di 27 parlamenti nazionali. Il percorso non è in discesa. L’ultima data utile per rimuovere il veto coincide con il prossimo Consiglio europeo del 10 dicembre: se non rimuovessero il veto, ungheresi e polacchi si assumerebbero una enorme responsabilità perché l’Europa andrebbe in esercizio provvisorio, con il bilancio pluriennale sospeso. Una cooperazione rafforzata, da approvare a maggioranza, richiederebbe un trattato intergovernativo e dunque tempi troppo lunghi che non ci possiamo permettere dinanzi alla crisi economica. Lo stato di diritto è la carta d’identità dell’Europa nel mondo”.
“Noto inoltre una contraddizione da parte di Polonia e Ungheria: da una parte, rifiutano la condizionalità legata al rule of law, dall’altra dichiarano di essere perfettamente in linea con gli standard europei in materia di diritti umani. Qualcosa non torna”.
Perché l’Europa sembra prigioniera della regola dell’unanimità se la democrazia in tutto il mondo funziona per maggioranze? “In effetti, non è questa l’Europa che ci fa sognare. L’Europa della politica fiscale e monetaria comune, della coesione sociale, è un grande successo per il benessere di tutti i cittadini europei. L’Europa degli ultimi anni invece ha mostrato il suo volto peggiore: veti, maggioranze bloccate, austerity, il che ha fatto disamorare molti”, sostiene il ministro Amendola.