Una libraia che tiene compagnia alle persone sole, chiamandoli a casa e leggendo una storia. Questa è la favola di Samanta Romanese della libreria di Trieste, il cui telefono negli ultimi giorni non smette di squillare .
“La Ubik a Trieste è aperta dal 2013, e non è un negozio. Siamo una famiglia e condividiamo una visione della libreria come presidio socioculturale in questa città. E l’iniziativa che abbiamo voluto adottare risponde alla nostra visione solidale del mondo, al valore civile della letteratura. Ci sono rapporti umani da difendere”, afferma Samanta a Repubblica. Insieme ai suoi volontari tiene compagnia agli anziani, con venti minuti di lettura al giorno o a giorni alterni.
Da quando la libreria ha condiviso sui social l’annuncio di reclutamento di volontari, sono arrivate in pochi giorni già oltre cinquanta adesioni. Giovani e anziani, ragazzi disoccupati o adulti appena guariti dal Covid. Dal Trentino alla Sardegna, hanno dato disponibilità da tutta Italia.
“C’è così tanto bisogno di leggerezza in questo momento così triste e drammatico, soprattutto per chi sta vivendo questa pandemia schiacciato dal peso della solitudine. Per questo abbiamo pensato di mettere a disposizione i nostri libri, il nostro lavoro e ci è sembrato che il telefono fosse il mezzo più appropriato per chi è più avanti con gli anni”, con questo spirito la libreria Ubik di Trieste ha dato vita ad una iniziativa esemplare.