E’ notizia di ieri che Giuseppe Conte ha confermato il prefetto Gennaro Vecchione come direttore generale del Dis, il dipartimento informazioni e sicurezza dei servizi segreti. Dopo un Consiglio dei ministri notturno, la decisione, che era già nell’aria, è stata presa.
La normativa stabilisce che la nomina e l’eventuale revoca “spettano in via esclusiva al Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Cisr” (legge n.124/2007). Del Comitato interministeriale fanno parte il ministro dell’Economia, degli Affari Esterni, dell’Interno, della Difesa, della Giustizia e dello Sviluppo Economico. Una volta sentito il loro parere, il premier informa il presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza. Il capo del Dis è, secondo la stessa normativa, “il diretto referente del Presidente del Consiglio dei ministri e dell’Autorità delegata”.
C’è ora l’incognita sui nomi dei vicedirettori, per i quali il Presidente del Consiglio deve ascoltare anche il parere dei direttori dei servizi. C’è una casella da riempire all’Aisi, agenzia informazioni e sicurezza interna, e due all’Aise, agenzia informazioni e sicurezza esterna. Potrebbe liberarsi poi anche un posto come vicedirettore del Dis. Girano voci di diversi nomi, ma secondo la legge l’ultima parola spetta al premier Conte.
Diversa è la procedura per la nomina del Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri. La persona designata per questo ruolo viene scelta dal Consiglio dei ministri, su proposta del ministro della Difesa e dell’Interno. Il premier ha voce in capitolo, ma serve un’approvazione trasversale, compresa l’opposizione, e il benestare del Presidente della Repubblica.