I gestori delle strutture alberghiere, visto il calo di affluenza dovuto alle restrizioni in tema di viaggi e spostamenti, hanno messo a disposizione i loro hotel per tutte quelle persone che contraggono il virus, non hanno bisogno di ricovero in ospedale, ma non hanno modo (e spazio) per convivere con i familiari mantenendosi a distanza in ambienti rigidamente separati.
Il commissario Domenico Arcuri aveva promesso una struttura per ogni provincia ma i suoi obiettivi non sono stati raggiunti. Le strutture sono semi vuote, le Asl non riescono a gestire l’allocazione delle persone sui vari punti, le Regioni prendono nuovi accordi in autonomia: manca un piano di azione condiviso e su scala nazionale. Il risultato è sempre una politica frammentata, in cui ciascuno agisce in modo diverso.
Nel Lazio, principalmente su Roma, ci sono 15 strutture con 800 posti letti, ma solo la metà di questi è occupato da persone in isolamento. In Campania c’è solo un Covid hotel con 84 stanze, singole e doppie, e un totale di 176 posti, di questi ne sono stati assegnati solo 16. In Sardegna è stato raggiunto il numero record di 96 strutture dedicate ai positivi in isolamento, ma anche in questo caso gran parte dei letti sono lasciati vuoti.