La strada da percorrere per ricevere i soldi del Recovery Fund sembra ancora molto lunga e lenta. Alcuni Paesi hanno già presentato i loro piani di investimenti dei fondi, mentre dall’Italia ancora tutto tace. C’è tempo fino alla prima metà di gennaio, ma comincia a nascere una certa preoccupazione per eventuali ritardi di Conte e dei suoi.
L’Italia ha ottenuto la quota più alta di aiuti, con 127 miliardi di prestiti e 81 a fondo perduto, ma nonostante questo il piano di progetti sembra essere bloccato.
In politica interna, cresce il disappunto. Gli esponenti del Pd chiedono un drastico cambio di passo, anche M5S e Italia Viva mostrano una certa insoddisfazione dei confronti del Governo e della sua poca reattività.
Ma cresce anche la preoccupazione sul fronte Europeo: è importante che l’Italia sia in grado di fornire velocemente il proprio programma perché altrimenti potrebbero esserci ulteriori ritardi e il 10% degli anticipi entro il 2021 potrebbe slittare.
L’approvazione finale della Commissione richiede poi un paio di mesi e corre il rischio del no dei Paesi frugali che potrebbero anche contestare la lentezza dell’Italia e l’avvenuto cambiamento del contesto europeo rispetto alla scorsa estate.