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La Cina e gli argomenti ‘scomodi’: primi passi per superarli

In Cina ci sono degli argomenti ritenuti scomodi, vige un controllo della comunicazione per evitare che se ne parli. Tra questi il ciclo mestruale. Il 60% delle donne in Cina non lo nomina neanche. Eclatante dunque il caso della professoressa di una scuola media che qualche settimana fa si è presentata in classe con una scatola di assorbenti. Lo ha messo a disposizione delle sue alunne per ogni volta che ne avessero bisogno.

La foto è stata condivisa sui social dall’attivista Jiang Jinjing ed è diventata virale. Secondo il New York Times sono comparse poi oltre 300 scatole di assorbenti fuori dalle classi e dalle scuole, in risposta alla “povertà mestruale” che perversa in Cina.

Un altro tabù è quello della omosessualità. Questa non viene approvata, né esplicitamente disapprovata né promossa. Qualche settimana fa un dipendente della compagnia di Stato cinese Southern ha postato una foto in cui baciava il suo fidanzato ed è stato per questo licenziato. L’ex dipendente ha fatto causa alla società, le autorità non approvano la foto con quel bacio, ma lasciano straordinariamente spazio al dibattito.

Un altro fronte “scomodo” per la comunicazione cinese è quello dell’educazione sessuale. Il governo ha approvato una nuova legge che prevede che l’educazione sessuale diventi obbligatoria a scuola. È la prima volta che questo termine viene usato in comunicazioni ufficiali.

Si muovono i primi passi verso un pensiero più libero. Il Partito Comunista cinese in ogni caso non permette che queste rivendicazioni diventino dei movimenti organizzati.

Redazione

 

 

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