Sono passati altri due giorni e gli Stati Uniti d’America non sanno ancora da chi saranno governati per i prossimi anni. Continua lo scrutinio delle schede arrivate per posta e Biden sembra, stando ai numeri trapelati, essere in vantaggio.
The Donald è sempre meno convinto e ha invocato il “recount” dei voti, dunque il riconteggio. È convinto che i democratici gli stiano rubando le elezioni, si scaglia contro i sondaggisti che hanno fatto di tutto per scoraggiare i repubblicani.
Il suo team di legali si prepara all’offesa giudiziaria, contestando i voti che sarebbero stati conteggiati seppur inviati dopo l’election day.
Negli stati contesi, anche i sostenitori di Trump sono scesi in piazza. A Phoenix in Arizona si sono riuniti 150 manifestanti davanti al centro elettorale per accertarsi che venissero conteggiati tutti i voti. Al Convention Centre di Detroit i funzionari che stavano scrutinando gli ultimi 3 milioni di schede hanno dovuto chiudere tutti gli ingressi con le sedie. A Philadelphia i manifestanti si sono radunati davanti alla struttura degli scrutini invocando lo stop al conteggio. Dall’altra parte del marciapiede, i sostenitori democratici invocavano invece la verifica di tutte le schede.
Gli animi in America sembrano scaldarsi, il popolo vuole risposte, così come il tycoon. Non si fermerà però davanti a dei risultati che considera falsificati e pregiudicati da brogli.