Tutte le grandi città sono in difficoltà, da Milano che teme un nuovo lockdown, a Parigi o a New York. La pandemia ha rivoluzionato il nostro modo di vivere. Le vie del centro non sono più affollate come prima, le persone meno spensierate, hanno meno voglia di uscire e passeggiare.
Secondo Carlo Ratti, direttore del Senseable City Lab del Mit di Boston e titolare di uno studio internazionale di design e innovazione, le città non sono morte.
Se il Coronavirus fosse arrivato vent’anni fa, allora sì, l’animo della metropoli si sarebbe perso per sempre. Oggi però abbiamo internet, il digitale, siamo più flessibili nell’adattarci a nuove modalità di vivere e lavorare.
Le città dovranno essere ripensate: ci saranno spazi più ridotti per gli uffici, ma case più grandi. Il livello strada diventerà valvola di sfogo per appartamenti e condomini. Questo perché la gente avrà voglia di tornare ad incontrarsi e vorrà farlo ancora più di prima.
