In un parco o dietro uno schermo, solo così sarà possibile fare attività fisica nelle prossime settimane. Il Dpcm ha sancito la chiusura di tutti i centri fitness che stimano un calo del fatturato di 8,5 miliardi a fine anno. Per il 2021 già si stimano danni intorno al 50,60% rispetto al 2019.
Rimangono aperte le palestre che dispongono di spazi open air dove poter fare allenamento a distanza, o giocare a paddle o tennis (ancora permessi). L’alternativa è una tensostruttura senza coperture laterali.
Altro tema da affrontare saranno i rimborsi ai clienti. Le palestre non ridaranno indietro soldi né forniranno un voucher, i giorni di chiusura verranno messi in coda agli abbonamenti. Alcuni centri si sono attrezzarti per fare corsi e classi online.
Come in ogni settore, dietro i gestori della palestre c’è tutta una filiera lavoratoriva altrettanto colpita. A partire dai produttori degli attrezzi che quotidianamente vengono usati in palestra. Anche per loro si stimava un calo di incassi del 30-35%, che dopo l’ultimo Dpcm è già salito al 40-45%.