Chiudere cinema e teatri è un grave danno al tessuto sociale della comunità, lo sostiene Alessandro Baricco, secondo il quale ritrovarsi insieme ad uno spettacolo è un modo per alleviare l’ansia con cui conviviamo ormai da mesi.
“Non penso solo ai teatri ma anche alle palestre, non solo alla Scala ma pure ai cinema periferici e ai palcoscenici di paese. È lì che si generano piccoli fuochi di resistenza”, afferma a Repubblica.
Secondo Baricco, non solo i teatri o i cinema sono posti sicuri, ma soprattutto sono i luoghi in cui riusciamo ad essere forti. E solo se saremo forti, potremo sconfiggere il virus. Ci tiene a sottolineare che il suo discorso non vale solo per i teatri, ma anche per i cinema o le chiese, tutti quei posti di aggregazione, seppur fatta in sicurezza e a distanza.
Non si può più scappare dal virus, ora le persone hanno bisogno di altro rispetto alla prima ondata. Se dai piani alti, l’appello è sempre quello alla responsabilità, la gente comune ora ha voglia di vivere e di lavorare, sottolinea Baricco.
Il Paese si è trovato impreparato su molti fronti, da ultimo l’appello del ministro Franceschini alle televisioni affinché possano investire sulla cultura. Per lo scrittore, una piattaforma digitale che raccogliesse tutti i progetti italiani che vedranno dei ritardi nei loro lanci a causa delle restrizioni, doveva essere pensata già da tempo.
Il Governo è impreparato e le persone sono stanche. Bisogna riprendere in mano la propria vita, convivere con il virus e ripartire dai piccoli “fuochi di resistenza” che sono parte integrante, e imprescindibile, delle nostre vite.