Vittorio Sgarbi, in esclusiva a LaChirico.it, continua il tour nella sua casa romana tra dipinti e sculture e declina lo Sgarbi-pensiero questa volta su Roma, città di cui vorrebbe diventare sindaco.
“Sono la primavera di Roma, il Rinascimento di Roma, nel 2021 insieme al vaccino arriverò anche io e tutto tornerà a sorridere – afferma Sgarbi – Per strada, sui monumenti, c’è scritto ovunque: SPQR, che sta per Sgarbi Per Riqualificare Roma. Non trovi CPQR, con la C di Calenda, né BPQR, con la B di Bertolaso, semplicemente perché non esistono candidature migliori in campo. Si fa il nome di Guido Bertolaso, persona degnissima ma perfetta per le emergenze. Un’altra ipotesi è Massimo Giletti, un giornalista affermato che denuncia scandali e tangenti in televisione: senza il male Giletti non potrebbe vivere. Io rifiuto invece l’idea di una città che si compiace del proprio degrado. Ormai parliamo soltanto di ospedali, malattie, malavita, a ogni ora del giorno e della notte ma io preferisco gioire del lato bello della vita, e penso che i cittadini abbiano voglia di sapere che esistono anche musei parchi fontane ristoranti… Dobbiamo tornare a illuminare le mille attrazioni della città più bella del mondo, della capitale del cristianesimo”.
Sgarbi ha affermato che la sua ascesa al Campidoglio equivarrebbe alla fine della peste. “L’attuale sindaco non è mai esistito, è stata un’allucinazione collettiva, ha rappresentato la fase più turpe nella storia della città – ci spiega. – L’opportunità delle Olimpiadi è svanita: una città alle prese con molti problemi non può perdere delle occasioni. Perdere senza neanche partecipare non ha senso. Va potenziato il trasporto pubblico e scoraggiato quello privato. Sono contrario alla metropolitana: Roma non è predisposta esattamente come Ostia non potrebbe diventare una stazione sciistica. I dipendenti pubblici, inclusi gli autisti dei bus, andrebbero motivati con salari più alti”.
Carlo Calenda, il suo possibile avversario nella corsa a sindaco, ha detto di essere zero pariolino e di non aver mai messo piede al Circolo Aniene, al contrario del Sindaco di Sutri. “Io vado tutti i giorni al Circolo Aniene – afferma Sgarbi – perché, pur essendo un uomo del Po, apprezzo le città attraversate dai corsi d’acqua su cui si affacciano una moltitudine di circoli e luoghi di aggregazione dove le persone s’incontrano, prendono l’aperitivo, fanno spot. Uno che non va al Circolo Aniene non può diventare sindaco”.