“Il Made in Italy come insieme di tutte le aziende e tutti i prodotti costituiscono la maniera attraverso la quale noi ci presentiamo in Italia e nel mondo. A Osaka abbiamo una mostra di marchi e brevetti che costituisce un percorso nella storia imprenditoriale del nostro Paese”.
A Osaka è stata premiata una serie di innovazioni che derivano dalle nostre università che dimostrano come il Made in Italy non sia un qualcosa del passato, bensì sia un qualcosa di propulsivo ossia una mission.
Il sistema italiano dell’innovazione è alla base della competitività, alla base della capacità di sapersi rinnovare ed innovare. L’internazionalizzazione delle imprese italiane si esprime in poche cifre: siamo ormai a circa 626 miliardi di esportazione, un terzo della ricchezza nazionale si base sulla vendita e sull’apprezzamento dei prodotti italiani all’estero perché competitivi.
Particolarmente evidente è il fatto che l’Italia deve essere il principale protagonista ad Osaka. Il padiglione italiano è uno tra i più visitati, riuscendo a raccogliere l’insieme del passato, presente e futuro. Essere presenti ad Osaka non vuol dire solo costruire nuovi rapporti economici ma anche rafforzare la nostra presenza al fine di irradiarsi su tutto il continente asiatico, riallacciando anche rapporti commerciali di un tempo.