Qualche segnale di crescita della presenza femminile ai vertici della finanza mondiale c’è, ma il cambiamento resta troppo lento. L’annuale fotografia del settore è stata pubblicata dall’Omfif, ma le evidenze lasciano ancora intravedere un cammino lungo per portare a una significativa rappresentanza delle donne ai livelli apicali di banche centrali, istituti di credito, fondi pensione e fondi sovrani. (Sole 24 Ore)
Sono proprio questi ultimi ad aver mostrato il miglioramento più marcato, trainati dai progressi nei mercati emergenti, mentre le banche commerciali recuperano terreno dopo un 2024 segnato da battute d’arresto. Nel complesso la quota di donne in posizioni dirigenziali sale al 16%, segnando un record storico, seppur con aumenti modesti. Tuttavia, le donne occupano solo il 26% dei ruoli legati alla generazione di ricavi — un segmento chiave per l’accesso alle posizioni di vertice. Un dato incoraggiante arriva dal fatto che per la prima volta tre organizzazioni hanno raggiunto il punteggio massimo di 100 assegnato dagli analisti ad indicare la parità di genere: il Banco Central de Chile, l’Ontario Teachers’ Pension Plan e la Norges Bank Investment Management.
Nonostante il numero record di 30 donne governatrici a livello globale, i progressi stanno rallentando nel novero delle banche centrali rispetto agli anni passati: nel 2024 solo il 12% delle nuove nomine ai vertici ha riguardato donne, la percentuale più bassa degli ultimi tre anni.
Preoccupa anche il potenziale ricambio generazionale, si legge nel report: la presenza femminile nelle posizioni dirigenziali è ferma al 30% dal 2021, segno di un evidente stallo nella pipeline verso la leadership. I dati storici dell’indice Gbi dimostrano che i progressi significativi in termini di equilibrio di genere sono trainati soprattutto da cambiamenti ai livelli di vice governatore e di dirigenza dei dipartimenti. Un esempio emblematico, secondo gli analisti dell’Omfif, è rappresentato dalla Bank of Thailand, il maggiore caso di crescita nell’edizione di quest’anno: l’istituto è balzato dal 65° posto del 2024 al 3° nel 2025, con un punteggio di 93. Questo salto è stato reso possibile grazie a nomine strategiche di due nuove vice governatrici — Roong Mallikamas e Piti Disayatat — e a un miglior bilanciamento di genere tra i capi dipartimento: le donne rappresentano oggi il 51% della leadership senior della banca, in netto aumento rispetto al 35% registrato nel 2024.
Un trend che trova riscontro anche in Europa, dove quattro banche centrali dell’Ue — Deutsche Bundesbank, Oesterreichische Nationalbank, Banco de España e Central Bank of Ireland — hanno nominato nuove vice governatrici. «Queste nomine rafforzano la pipeline di donne con esperienza, pronte a ricoprire ruoli di vertice in futuro. Attualmente, tutti e 20 i governatori delle banche centrali dell’Eurosistema sono uomini, ma la situazione potrebbe cambiare nel corso dell’anno, dato che sette mandati scadranno nel 2025 e la maggior parte dei successori non è ancora stata annunciata» si legge nel report.
Il punteggio medio dell’indice Gbi risulta in miglioramento ed è salito a 42, rispetto a 37 nel 2024, toccando il livello più alto degli ultimi cinque anni. Gli analisti però sottolineano come la pipeline femminile sia ancora fragile: la quota di donne nei ruoli C-level è aumentata fino al 19% dal 15% dell’anno precedente, ma quasi la metà delle banche commerciali incluse nell’indice non ha alcuna donna nel proprio team di executive. Ciò è dovuto alla nomina di donne in ruoli chiave all’interno di diverse banche, in particolare come chief operating officer e chief financial officer, come Jennifer Piepszak in JP Morgan e Pam Kaur, nominata cfo di Hsbc nell’ottobre 2024.
L’exploit si è registrato, invece, fra i fondi sovrani: oltre il 25% ha ora un punteggio superiore a 70, mentre meno del 10% registra ancora un punteggio pari a zero. I mercati emergenti, in particolare in Medio Oriente e Nord Africa, stanno facendo progressi rapidi: due fondi di queste regioni si classificano per la prima volta tra i primi 10. È, inoltre, aumentato il numero di donne alla guida di fondi sovrani, eppure 13 fondi non hanno ancora alcuna presenza femminile nei ruoli C-level.