“Dopo una stagione in cui transizione e fonti energetiche tradizionali venivano contrapposte, gli ultimi due anni ci hanno mostrato come questa impostazione fosse pericolosa. Sicurezza e transizione sono due lati della stessa medaglia, da sviluppare insieme in una logica coerente, con investimenti che vadano in direzione dei due obiettivi a un tempo.” Queste le parole dell’amministratore delegato di Snam, Stefano Venier, intervenuto alla seconda conferenza annuale di Confindustria Energia, in occasione della quale si è tenuto il convegno “La Capacità di un Sistema di fare Sinergia” dedicato alla sostenibilità della transizione energetica. (Repubblica)
Bisogna stare attenti alla competitività del costo dell’energia, gamba fondamentale del trilemma energetico” ha aggiunto Venier, ricordando come ci voglia una sorta di “pragmatismo visionario, coniugando concretezza e ambizione ed evitando dogmatismi e scelte apriori. È fondamentale adottare un certo agnosticismo tecnologico, usando tutte le leve, come per esempio idrogeno e ccs”.
Focus sulla strategia dell’idrogeno presentata dal governo. “Vi abbiamo colto il giusto pragmatismo – ha commentato il CEO di Snam – anche nella logica del riuso delle infrastrutture esistenti. Soprattutto per l’Italia, del resto, è opportuno puntare su multivettorialità, diversificazione e infrastrutturazione.”
Spazio anche al Transition Plan presentato da Snam a ottobre. “Lo abbiamo fatto perché non bisogna perdere di vista l’ambizione di fondo, cioè la sostenibilità complessiva del sistema, non soltanto dal punto di vista energetico. Il piano – ha spiegato Venier – corona un percorso storico di Snam, dando slancio a un obiettivo – il Net Zero – che o è di tutti o non è nessuno. Per questo abbiamo messo in fila strategie, obiettivi, azioni e risorse dedicate allo scopo”. Un piano, insomma, che non fa sconti: “prevede molte tappe intermedie da qui al 2050, con altrettanti impegni di rendicontazione. E con un tassello in più, oltre la carbon tunnel vision, che per noi – ha precisato il numero uno di Snam – si traduce nell’attenzione alla biodiversità e alla rigenerazione degli ecosistemi. Lavoriamo quindi al nostro progetto dei cantieri “verdi” o “sostenibili”, con l’impegno di essere a impatto zero sulla natura da quest’anno e a impatto positivo dal 2027″.
Ribadito l’impegno profuso da Snam sui business di transizione, come idrogeno, biometano e ccs. “Parliamo spesso di nuovi mercati – ha detto Venier – rispetto ai quali occorrono le nostre infrastrutture multi-molecola ma occorre anche il design delle regole. Per l’idrogeno saranno fondamentali le reti che ci collegano al Nord Africa, anche e soprattutto nell’interesse degli energivori italiani ed europei”. “Sulla cattura e sullo stoccaggio della CO2 – ha aggiunto l’AD di Snam – stiamo andando avanti bene, sfruttando i giacimenti esauriti di gas: il progetto avviato con Eni è esemplare e presso il Ministero è in corso un grande lavoro di costruzione della normativa necessaria al comparto. Molto si è fatto anche sul biometano: a Snam fa capo la più grande piattaforma italiana di produzione di biometano, ma ci impegniamo anche negli allacciamenti. È un grande potenziale per concorrere – assieme alle altre tecnologie – agli obiettivi di fondo, su cui l’Italia ha l’obbligo di scommettere in una logica di pluralità delle soluzioni che è fondamentale per quella competitività dell’energia che viene sempre e giustamente invocata.”