Internazionale

Bce, Lagarde: «Europa perde terreno, urgente unione mercati capitali»

I mercati dei capitali in Europa restano frammentati, ostacolando il convogliamento dei risparmi verso investimenti essenziali. Con il calo della posizione dell’Europa nell’innovazione e l’aumento delle tensioni geopolitiche, è più urgente che mai avanzare verso l’Unione dei Mercati dei Capitali. È quanto ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde nel suo intervento al 34esimo European Banking Congress a Francoforte. Facendo riferimento al suo intervento dello scorso anno, Lagarde ha sottolineato come nel frattempo il declino della posizione dell’Europa nell’innovazione è diventato più evidente. (Sole 24 Ore)

«Il divario tecnologico tra Stati Uniti ed Europa è ormai innegabile. Anche l’ambiente geopolitico è diventato meno favorevole, con crescenti minacce al libero scambio provenienti da ogni parte del mondo. Essendo l’economia più aperta tra le principali, la Ue è più esposta a queste tendenze rispetto ad altre. L’Unione dei Mercati dei Capitali si trova al centro di tutte queste sfide» ed è fondamentale per promuovere un’economia dinamica e tecnologicamente avanzata e per trasformare l’alto livello di risparmio in ricchezza, stimolando la domanda interna.

Tuttavia – ha sottolineato Lagarde – il progetto non sta avanzando perché non è definito in modo sufficientemente preciso e segue un approccio legislativo frammentato, con oltre 55 proposte normative e 50 iniziative non legislative dal 2015. Gli interessi consolidati si oppongono o indeboliscono ogni singolo provvedimento provocandone in ultima istanza il fallimento.

Il problema di fondo – ha aggiunto Lagarde – è che i risparmi europei non affluiscono ai mercati dei capitali in volumi sufficienti poiché sono concentrati in depositi a basso rendimento. Nel 2023, gli europei hanno risparmiato circa il 13% del loro reddito, rispetto all’8% negli Stati Uniti. Tuttavia, circa 11,5 trilioni di euro, pari a circa un terzo del totale delle attività finanziarie delle famiglie, sono detenuti in contanti e depositi. Una delle principali ragioni è che gli investimenti al dettaglio in Europa sono frammentati, opachi e costosi. Uno European Savings Standard potrebbe risolvere questo problema offrendo prodotti di investimento accessibili, trasparenti e a costi contenuti, idealmente completati da incentivi fiscali armonizzati tra i diversi paesi.

Redazione

 

 

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