Si raffredda l’inflazione turistica che a ottobre segna un +3,8% su base annua e un -1,3% su base mensile. È l’effetto combinato del calo dei pacchetti vacanza, dei servizi ricettivi e ristorazione, villaggi vacanze e hotel mentre sono in crescita i servizi di trasporto e quelli ricreativi e culturali. I primi mettono l’aumento del trasporto marittimo (+10,9%) e dei voli nazionali (+5,1%). Così, secondo le stime di Demoskopika, a ottobre l’indice nazionale dei prezzi al consumo turistico per l’intera collettività (Nict), diminuisce dell’1,3% su base mensile (cioè rispetto al mese precedente) e del 3,8% su base annua, ovvero rispetto allo stesso mese dell’anno precedente). Dunque, la dinamica dei prezzi del settore turistico registra un andamento stabile su base tendenziale, considerato che nel mese di settembre 2024 l’inflazione turistica su base annua stimata era anche al 3,8%. (Sole 24 Ore)
Tra le varie voci che compongono il paniere turistico spiccano, nell’arco dei 12 mesi, i voli nazionali che nel periodo sono rincarati del 19,4%, i servizi ricreativi e sportivi (+18,9%) e i pacchetti vacanza in Italia (+13,2%). Relativamente più contenuta, seppure significativa, la crescita dei prezzi voce dei servizi di alloggio in altre strutture come, per esempio, i bed & breakfast (+7,7%), del trasporto ferroviario passeggeri (+4,8%) e del trasporto marittimo (+4,6%). In chiave congiunturale, la dinamica dei prezzi registra una flessione prevalentemente per i villaggi vacanze, campeggi, ostelli della gioventù e simili (-8,2%), per alberghi, hotel, pensioni e simili (-6,3%) e i voli internazionali (-5,6%).
A livello territoriale la classifica regionale dei rincari vede al primo posto la Liguria (4,7%), seguita da Lazio (4,5%), Sicilia (4,3%), Piemonte (4,3%) ed Emilia-Romagna (4,2%). Nelle ultime posizioni Molise (2,6%), Toscana, Abruzzo, Calabria (2,8%), e Valle d’Aosta (2,9%). Qui si sono registrati i rincari più contenuti. A livello pan europeo l’analisi degli aumenti di Demoskopika inoltre evidenzia come l’Italia si posizioni bene nella classifica continentale. Secondo i dati aggiornati a settembre la media nell’Unione europea è del 4,8% e in vetta alla classifica dei rincari tra i vari mercati spicca la Polonia con un + 7,4%. Seguono appaiate Paesi Bassi e Grecia (5,6%), Austria (5,3%), Germania (5,2%) e Portogallo (5%). La classifica è chiusa da Spagna (4,1%), Italia (3,9%) e Francia con appena il 3,3%.