Gasolio e benzina sono ormai ritenuti ugualmente dannosi per l’ambiente. Come tali vanno trattati se si usa il grimaldello fiscale in chiave di transizione green nell’era dell’addio al superbonus. E dunque potrebbe partire da qui, da questa tesi, uno dei capitolo cruciali del cosiddetto riordino delle spese fiscali (tax expenditures), dal taglio degli incentivi meno sostenibili per girare la partita a favore di veri grimaldelli della transizione green. Sul tavolo c’è, infatti, l’allineamento delle accise tra diesel e benzina nell’ambiato di un dossier corposo di “tax expenditures” che può valere oltre 2 miliardi di euro, nelle speranze del governo. Del resto, l’Italia si è impegnata a dare un taglio netto da 2 miliardi e più entro il 2025 proprio alla voce dei “Sussidi ambientalmente dannosi”, i cosiddetti Sad. Lo ricorda anche il Pnie, il Piano nazionale integrato energetico consegnato dal ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, a Bruxelles. (Il Messaggero)
Il dibattito sulla transizione ecologica in Italia si arricchisce di un nuovo capitolo: l’allineamento delle accise su diesel e benzina.Nel contesto attuale, il diesel e la benzina sono considerati ugualmente dannosi per l’ambiente. Questa valutazione ha portato il governo italiano a riflettere sulla necessità di trattarli allo stesso modo dal punto di vista fiscale. L’idea di allineare le accise su questi due carburanti si inserisce in un più ampio riordino delle spese fiscali, noto come “tax expenditures”. Questo riordino mira a tagliare gli incentivi meno sostenibili e a favorire strumenti più efficaci per la transizione ecologica. Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), presentato dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin a Bruxelles, sottolinea l’impegno dell’Italia a ridurre i sussidi ambientalmente dannosi di oltre 2 miliardi di euro entro il 2025. Questo obiettivo ambizioso richiede misure concrete e coraggiose, come l’allineamento delle accise su diesel e benzina.
L’allineamento delle accise su diesel e benzina potrebbe generare entrate significative per il governo, stimate in oltre 2 miliardi di euro. Questi fondi potrebbero essere reinvestiti in progetti di transizione ecologica, come lo sviluppo delle energie rinnovabili, l’efficienza energetica e la mobilità sostenibile. Tuttavia, è importante considerare anche le implicazioni economiche per i consumatori e le imprese. Il diesel è tradizionalmente meno tassato rispetto alla benzina, il che lo rende una scelta più economica per molti automobilisti e per il settore dei trasporti. Un aumento delle accise sul diesel potrebbe quindi avere un impatto significativo sui costi di trasporto e, di conseguenza, sui prezzi dei beni di consumo. È essenziale che il governo bilanci attentamente queste considerazioni per evitare di gravare eccessivamente su consumatori e imprese.