FINANZA

Fed: Bowman l’inflazione rimane sopra l’obiettivo atteso

L’economia statunitense rimane forte e l’inflazione di fondo rimane spiacevolmente al di sopra del nostro obiettivo del 2 percento. Alla luce di queste condizioni economiche, alcune considerazioni supportavano la tesi per un approccio più misurato nell’avvio del processo di ricalibrazione della nostra posizione politica per rimuovere le restrizioni e procedere verso un contesto più neutrale”. Lo ha affermato Michelle Bowman, che fa parte del Board of Governors della Federal Reserve ed è stata l’unica a votare in modo differente nella scorsa riunione della Fed, quando la maggioranza ha deciso per un taglio di 50 punti base. (La Stampa)

Bowman si è detta preoccupata che la riduzione dei tassi di 50 punti base “potesse essere interpretata come un segnale che il Comitato vede una certa fragilità o maggiori rischi al ribasso per l’economia. Nell’attuale contesto economico, senza chiari segnali di indebolimento o fragilità materiale, a mio avviso, iniziare il ciclo di tagli dei tassi con una mossa di 25 punti base avrebbe rafforzato meglio la forza delle condizioni economiche, riconoscendo al contempo con sicurezza i progressi verso i nostri obiettivi. A mio avviso, un approccio più misurato avrebbe evitato il rischio di segnalare involontariamente preoccupazioni sulle condizioni economiche sottostanti”.

Era anche preoccupata che la riduzione dei tassi di 50 punti base “avrebbe potuto indurre i partecipanti al mercato ad aspettarsi che il Comitato avrebbe abbassato l’intervallo target allo stesso ritmo nelle riunioni future fino a quando il tasso di riferimento non si fosse avvicinato a un livello neutrale. Se questa aspettativa si fosse concretizzata, avremmo potuto assistere a un calo ingiustificato dei tassi di interesse a lungo termine e le condizioni finanziarie più ampie avrebbero potuto diventare eccessivamente accomodanti. Questo risultato potrebbe andare contro l’obiettivo del Comitato di riportare l’inflazione al nostro obiettivo del 2 percento”.

Infine, “nel ridimensionare la nostra posizione restrittiva della politica, dobbiamo anche essere consapevoli di quale sarà probabilmente il punto finale. La mia stima del tasso neutrale è molto più alta di quanto non fosse prima della pandemia. Pertanto, penso che siamo molto più vicini alla neutralità di quanto non sarebbe stato il caso in condizioni pre-pandemia e non ho visto la posizione di picco della politica come restrittiva nella stessa misura in cui i miei colleghi potrebbero averla vista. Con una stima più elevata della neutralità, per qualsiasi dato ritmo di riduzione dei tassi, arriveremmo a destinazione prima”.

Bowman continua a considerare l’inflazione “una preoccupazione”. “Alla luce dei rischi al rialzo che ho appena descritto, rimane necessario prestare molta attenzione al lato della stabilità dei prezzi del nostro mandato, pur essendo attenti ai rischi di un indebolimento materiale del mercato del lavoro – ha sostenuto – La mia opinione continua a essere che ripristinare la stabilità dei prezzi è essenziale per raggiungere la massima occupazione nel lungo periodo. Tuttavia, se i dati dovessero evolvere in un modo che indica un indebolimento materiale del mercato del lavoro, sosterrei l’adozione di misure e l’adeguamento della politica monetaria secondo necessità, tenendo conto del nostro mandato sull’inflazione”.

Redazione

 

 

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