“Non vi è quindi ancora nessun segnale che autorizzi a ritenere che il mercato dell’auto possa ritornare in tempi ragionevolmente brevi ai livelli ante-crisi e ciò nonostante che il prodotto interno lordo della Ue abbia pienamente recupero gli effetti della crisi”. Lo sottolinea il centro studi Promotor, commentando i dati Acea resi noti oggi sulle immatricolazioni di luglio in Europa (+0,2% di immatricolazioni). (La Stampa)
“La perdurante crisi del mercato automobilistico europeo – sottolinea Promotor – è dovuta a molti fattori tra i quali particolarmente importanti sono la forte crescita dei prezzi delle autovetture e la politica adottata dall’Unione Europea per raggiungere l’obiettivo dell’abbandono delle vendite di autovetture con motori endotermici a partire dal 2035”.
Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, “una parte importante della responsabilità dell’attuale crisi del mercato dell’auto europeo va ricercata nella politica della UE che ha imposto pesanti investimenti all’industria automobilistica dell’area e che in presenza di uno scarso interesse da parte del pubblico per l’auto elettrica ha determinato la necessità per gli Stati di sostenerne la domanda con incentivi di rilevante entità”.
Uno scenario al quale si aggiunge la concorrenza delle auto cinesi. “Il rimedio considerato dall’Unione Europea per contenere questa penetrazione – sottolinea Quagliano – è l’aumento dei dazi all’importazione di auto cinesi, ma da parte cinese è emerso l’orientamento di rispondere con l’imposizione di dazi pesanti per le importazioni in Cina di auto europee di media ed alta gamma. Se una situazione di questo tipo si verificasse l’industria dell’auto europea, che sta cercando di compensare le perdite accumulate per la transizione all’elettrico con l’esportazione di vetture di media ed alta gamma, sarebbe fortemente penalizzata e la tempesta sull’auto europea diventerebbe perfetta”.